Sos Stella di Natale: come coltivarla per farla sopravvivere oltre l’Epifania? La pianta più regalata come strenna in occasione delle festività natalizie è anche annoverata tra quelle con il più alto tasso di mortalità una volta affidata alle cure domestiche del fortunato (?) destinatario, la cui autostima green è messa a dura a prova dalla specie botanica in questione.
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Insomma, difficilmente supera l’anno per ritornare ad addobbare casa in occasione del successivo 25 Dicembre. La domanda delle domande è quindi: “Come coltivarla per farla sopravvivere?”. E, se da grandi ottimisti vogliamo proprio esagerare: “Come farla rifiorire?“. Che poi, come si può facilmente intuire, quelle sono foglie, non fiori, che virano il colore, in base alla varietà, in rosso, bianco, persino rosa, screziato ecc.
Stella di Natale: come e perché le foglie cambiano colore
Il suo nome scientifico è Euphorbia pulcherrima. Nota anche col nome di Poinsettia, è una pianta ornamentale originaria del Messico. A renderla un must per decorare case e ambienti nel periodo natalizio non sono i fiori (di colore giallo), bensì l’intenso effetto cromatico delle brattee che li circondano: così si chiamano le foglie trasformate.
La metamorfosi avviene nel periodo tardo autunnale/invernale grazie all’accorciarsi delle giornate e quindi per merito della minore esposizione della pianta alla luce. La specie è infatti sensibile alla luminosità. Se da un lato la fa prosperare con una rigogliosa crescita, dall’altro deve rimanere limitata a poche ore al giorno affinché le foglie cambino di colore. L’assenza di luce, il buio, è dunque il segreto.
Ecco perché, se coltivata in casa, avrete forse orecchiato tra i tanti consigli che passano di bocca in bocca nel tamtam tra i coltivatori domestici quello di coprire la pianta o lasciarla in stanze buie. All’interno, infatti, la presenza di luce artificiale può impedire che si verifichi la trasformazione tanto desiderata. Non avendo testato personalmente questi stratagemmi non posso confermarne l’efficacia, ma presumo che posizionarla in stanze dove non accenderemo la luce funzioni.
Il segreto per farla durare è la posizione
Da assoluta inesperta in materia posso rassicurarvi sul fatto che, far durare una Stella di Natale non è un’impresa impossibile. Se ci sono riuscita io (che solitamente lascio la mia “famiglia verde” molto in balia del naturale corso degli eventi), non vedo perché non possa riuscirci chiunque!
Questa pianta, come ma più di altre, ha bisogno del posto giusto. Punto. La posizione è il segreto fondamentale per assicurarle una longevità che superi almeno un giro di calendario.
E qua viene il bello. Trovarlo, in ciascuna abitazione con le sue peculiarità, l’habitat ideale dove farla sopravvivere se non addirittura “rifiorire” in tutto il suo rigoglio. La Stella di Natale, per godere di buona salute, deve stare almeno sopra i 12°, ma non ama nemmeno le temperature spesso troppo elevate delle nostre case riscaldate nei mesi invernali. Nonché, le vanno evitati forti sbalzi.
Va bene coltivarle dentro casa come piante d’appartamento, ma a patto di riservare loro, in particolare d’inverno, una stanza poco riscaldata e comunque una posizione lontana da fonti dirette di calore, nonché, come dicevamo prima, a debita distanza da porte e finestre a contatto con l’esterno per via della sensibilità verso gli sbalzi di temperatura.
Niente poi luce diretta, perlomeno nelle ore della giornata di maggiore irraggiamento, per evitare di ustionarne le foglie. Infine, è sempre bene, come praticamente per tutte le piante d’appartamento, ricordarsi di ruotare ciclicamente il vaso perché tutti i lati godano di una certa luminosità, condizione che favorisce una crescita armoniosa.
Il vano scale è la posizione ideale
Se dentro casa d’inverno viaggiate su temperature oltre i 20 gradi o comunque scarseggiano angoli liberi da caloriferi e simili, la Stella di Natale vi abbandonerà presto. Stava accadendo anche al mio esemplare. Un tripudio di pianta alta un metro; in realtà una composizione di tre piante regalatami da una cara zia in occasione dello scorso pranzo di Natale.
Per la prima settimana/decina di giorni l’ho tenuta in casa. Da sola, praticamente arredava il soggiorno. Una meraviglia. Poi però è iniziato lo stillicidio di foglie, i rami hanno iniziato a spogliarsi velocemente e ho capito che, se non avessi fatto subito qualcosa, l’avrei persa rapidamente.
Il vano scala è stato la mia, o, meglio, la sua salvezza. Un clima ideale che le ha permesso di passare l’anno quasi indenne. Quasi poiché delle tre piante, una, a Ferragosto, a causa delle mie fin troppo parche annaffiature, si è seccata e ci ha lasciate. Un lutto che abbiamo superato, io e le due orfanelle, grazie alla forza di volontà di queste altre due che hanno riempito con nuovi getti e una esplosione di foglie lo spazio lasciato vuoto dalla prima.
Il vano scala si piazza, per quanto mi riguarda, al primo posto nella classifica dell’habitat domestico ideale per coltivare una Stella di Natale con successo. Almeno questo è quanto, con molta dose di fortuna, è accaduto a casa nostra. C’è da specificare che per vano scala non si intende vicino al portone esterno di uscita, altrimenti quei famosi sbalzi e correnti d’aria deleteri di cui parlavamo sopra minerebbero subito alla salute della pianta.
La mia Stella si trova sul pianerottolo della porta di ingresso in casa, al secondo piano, quindi a un’altezza tale da rimanere al riparo da brusche folate di vento e gap termici. Il vano è anche ben illuminato da finestre con luce diretta sulla pianta solo da ovest al tramonto.
Stella di Natale: annaffiare al bisogno, senza esagerare
Per annaffiare, bisogna attendere che il terreno risulti asciutto. Premete con un dito sul terriccio e capirete subito quando è il momento. Altrimenti saranno le foglie ad avvizzirsi presto e a lanciarvi l’ultimo Sos.
D’inverno io annaffio una volta la settimana quando è ancora in fase vegetativa, passate le festività e con il diminuire della chioma, arrivo anche a bagnare ogni 10-15 giorni (tenete conto che il mio vano scala non è riscaldato, per quanto goda di un buon microclima “effetto serra” data l’altezza e la presenza di parecchie finestre). In casa, con temperature maggiori, andrà bagnata più assiduamente.
D’estate la frequenza di annaffiatura dipende sempre dalla collocazione, ma si può arrivare a bagnare anche ogni due giorni nelle settimane più calde dell’anno. Aggiungere dell’argilla espansa nel sottovaso sarà d’aiuto per evitare ristagni e mantenere un’umidità ambientale più costante.
Stella di Natale: quando potare, rinvasare, fertilizzare
Tenete conto che sarebbe utile rinvasare, seguendone la crescita, la vostra pianta. Io non l’ho ancora fatto, visto che, con la “morte” di uno dei tre esemplari della composizione originaria, lo spazio di espansione c’era. Ho provveduto solo a rabboccare con del semplice terriccio universale il vaso, essendosi scoperte le radici più superficiali.
Non ho nemmeno fertilizzato la pianta. Dato che stava sopravvivendo senza problemi, chi me lo faceva fare di intervenire, magari per combinare qualche disastro? Ad ogni modo, se vi sembra che la vostra abbia bisogno di un “aiutino” o volete provarci per tentare il tutto e per tutto per salvarla, si consiglia di concimare ogni due settimane nel periodo dello sviluppo vegetativo con un fertilizzante per piante verdi.
Qualcosa, comunque, ho anche fatto. Non ho lasciato tutto proprio al caso. A ridosso della primavera, con il seccarsi delle foglie e delle parti apicali di parecchi rami, ho provveduto a potare la Stella di Natale, mantenendo abbastanza corti questi ultimi. In quel momento e per un paio di mesi la pianta non è stata per niente un bel biglietto da visita di fronte al portone d’ingresso. Ma è bastato avere pazienza perché poi, con l’estate, ha iniziato a rinverdirsi e, devo dire la verità, mi piaceva ancora di più così, anziché rossa, visto il periodo dell’anno. Mi trasmetteva freschezza.
Volendo avrei potuto spostarla, c’è chi, con la bella stagione, la sistema all’esterno. In giardino, sul terrazzo, tra altre piante, sotto il portico, in modo comunque che non riceva i raggi diretti del sole più caldo.
Stella di Natale: un piccolo “miracolo”, anche questa è la magia del Natale
Nella mia esperienza personale la natura ha seguito dunque il suo corso e, grazie alla posizione top sul vano scala, è avvenuto il piccolo miracolo: la Stella di Natale è più che sopravvissuta e, da metà novembre, le prime foglie hanno iniziato a tingersi di rosso.
La magia del Natale, della sua atmosfera, passa anche da queste piccole cose.
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