Altro che passatempo da nonne, il ricamo – nel suo evolversi verso il moderno – è perfino diventato di tendenza, cool.

Grafiche contemporanee, pop, dettate dall’estro ed ironia di più o meno giovani artigiane e hobbiste stanno riportando in auge questa pratica manuale ed artistica che da migliaia d’anni (antico Egitto, antica Cina) si pratica con ago e filo su un tessuto.
Ricamo a mano come terapia
Siamo nella nuova età dell’oro del ricamo a mano? Sembrerebbe proprio di sì. Sarà che negli anni si sta sentendo sempre più il bisogno di passatempi lenti, che ci riconcilino con ritmi più “umani”.
Sarà che urge disintossicarsi un po’ da schermi, web e social e da tutti quegli input mordi e fuggi da cui spesso ne usciamo più rimbambiti che arricchiti.

Sarà che si sente la necessità di tornare a creare cose con le proprie mani invece di comprare tutto a portata di click.
Insomma, una sorta di terapia, che coniuga relax e creatività.

Ceramica fai da te
Dal corso come hobby al “piano B” lavorativo
Ricamo antico e moderno
Dimenticate nomi di punti, tecniche, schemi. O, meglio, imparate l’arte e mettetela da parte. Sono un’ottima base per iniziare. Ci sono ricamatrici moderne che hanno frequentato scuole fra le più blasonate, per poi rielaborare nozioni e pratiche e trovare un proprio stile personale e attuale.
Ma c’è anche chi, senza sapere nemmeno come si rammenda un calzino, ha pensato di prendere un ago, del filo, un tessuto a caso trovato nell’armadio per provare a seguire l’estro del momento, iniziando a ricamare di getto, per poi finire a creare dei veri capolavori.
Tutorial Ecoprinting
Un workshop per realizzare passo-passo una sciarpa “foliage”
La libertà da schemi e tecniche preconfezionate è la grande forza del ricamo moderno, che riesce ad attrarre anche giovanissime adepte (il femminile mi è d’obbligo, visto che, sul campo, di maschietti personalmente non ne ho ancora incrociati!) che fino al giorno prima snobbavano il cestino del cucito di mamme, zie e nonne.
Ricamo moderno in fiera ad Abilmente
Già l’anno scorso avevo avuto modo di avvicinarmi a questo intrigante mondo del ricamo moderno visitando gli stand di alcune giovani artigiane che esponevano i loro lavori alla fiera “Abilmente” di Vicenza.

Vi rimando all’articolo sulla Fiera Abilmente del 2020, dove vi avevo già presentato alcune delle ricamatrici a cui quest’anno dedico invece un approfondimento ad hoc
Sono tornata anche questo autunno con l’intento proprio di indagare meglio un mondo che mi affascina molto e non escludo prima o poi possa iniziare a fare parte anche della mia quotidianità.

Storie di ricamatrici moderne
Ho così raccolto le testimonianze dirette di alcune di queste moderne ricamatrici. Vediamo insieme chi sono, da dove vengono, le loro storie personali, di formazione e professionali che le hanno portate a quest’attività manuale ed artistica, nonché ai loro personalissimi stili.

Racconti e creazioni pieni di spunti anche per realizzare oggetti originali che possono decorare gli angoli più anonimi di casa.
Correte ad ascoltare direttamente la voce delle protagoniste che ho intervistato nella puntata del Podcast
Ricamo in oro per una poetica contemporanea
Maria Francesca, in arte Aembrosia, ha 29 anni e vive a Monza. Durante gli studi a Brera in Fashion design e costume per lo spettacolo si appassiona ai pizzi e ai ricami più complessi figli del Medioevo ed è così che finisce ad approfondire la tecnica del ricamo in oro in Inghilterra.

L’alta moda è un altro settore in cui si è forgiata l’esperienza di Aembrosia, che ha studiato anche da Pino Grasso, il ricamatore dell’haute couture italiana.

Maria Francesca oggi fonde tecniche antiche con la sua poetica contemporanea realizzando piccoli gioielli ricamati con materiali bagnati in oro 24 carati, come libellule, farfalle, api. Ne ha fatta una vera professione, specializzandosi di recente negli accessori per il settore wedding e quindi per le spose.

Come tocco décor per una parete di casa, sono rimasta incantata dalle farfalle 3D (una sorta di falsa tassidermia) realizzate da Aembrosia con le pagine di vecchi libri, ricamate poi in oro e appese in un quadro su sfondo nero. Una vera sciccheria!
Il telaio come un quadro
Dall’urgenza e necessità di rammendare una maglietta, in modo, perché no, creativo. È da qui che ha inizio la riscoperta di ago e filo di due amiche trentine oggi socie del marchio “Parlami di lana“.

La coppia è formata da Maria Paula, 44 anni, di origini argentine, e Chiara, 40 anni. Tutto il loro tempo libero è dedicato al ricamo e hanno anche un fornito shop online. Per prima ha iniziato Chiara, che aveva appreso l’arte dalla nonna, e Maria Paula l’ha seguita a ruota.

Realizzano principalmente frasi e decori, spesso all’insegna dell’ironia e dei giochi di parole, su t-shirt, body per bambini ed altri indumenti. Ricamano anche mini giardini su micro telai in legno o disegni più grandi, sempre incorniciati nei telai e pronti da appendere. Raccontano storie per immagini, alcuni da posizionare in gruppo per seguirne l’evoluzione.

L’immaginario è quello della natura trentina. Fiori di campo, alveari con api. Ma non mancano i riferimenti ai personaggi più pop, come Snoopy. E anche soggetti a tema, perché no, natalizio.
Ricamo artistico per raccontare il groviglio interiore
Valentina, 29 anni, di Rovigo, in arte I’MbroideRED, laureata in Fashion designall’Accademia delle Belle Arti di Bologna, ha iniziato a ricamare 5 anni fa. Prima non aveva mai tenuto ago e filo in mano.

Oggi, l’ultimo lavoro che presenta è la versione ricamata totalmente in rosso (questo il suo marchio di fabbrica) dell'”Età dell’oro” del pittore olandese Abraham Bloemaert. Avete presente quei paesaggi bucolici pieni di dettagli e personaggi? Un ca-po-la-vo-ro. In fiera a Vicenza c’era una schiera di signore in coda per ammirarlo e faticavano a capacitarsi che l’avesse fatto interamente a mano, senza studi alle spalle.

E sapete dove l’ha ricamato Valentina? Su un canovaccio in canapa dell’Ottocento, appartenuto a un albergo tedesco e scovato in un mercatino dell’antiquariato. Tempo di realizzazione? Un anno, non esclusivamente dedicato a questo progetto, riuscendo quindi a fare anche altro.

Nessun corso o scuola specifici, quindi. Valentina ha sempre preferito la naturalezza del gesto, per – come sottolinea – non porsi limiti legati a tecniche, tessuti o materiali. Il suo è un ricamo molto personale, artistico, dove passione e professione sono un tutt’uno.

Accantonata la strada della moda, che Valentina ha capito non essere un mondo che le apparteneva, il ricamo è diventata la sua forma di espressione, nonché terapia. L’ha aiutata ad uscire da momenti bui. Le ha dato il tempo per ragionare e confrontarsi con se stessa.

Agli esordi utilizzava un cotone neutro che facesse risaltare il più possibile il suo colore, che è il rosso, poi ha scoperto di avere un’anima nostalgica e ha iniziato a frequentare i mercatini per ricercare tessuti che alle loro spalle avessero una storia.

Il rosso, Valentina non l’ha scelto per gusti personali, non è mai stato uno dei suoi colori preferiti. E’ stato lui a scegliere lei – racconta – una sorta di esternalizzazione del suo groviglio interiore. Rosso come il sangue, come il suo Io profondo.

I suoi lavori sono principalmente volti, anche autoritratti, spesso accompagnati da frasi che svelano il suo flusso di coscienza. Primi piani in rosso e nelle sue varie sfumature. Anche di personaggi famosi, che hanno segnato la storia dell’umanità, in particolare donne, a cui aveva dedicato una serie di spille, nonché omaggi ai grandi pittori del ‘900, come Egon Schiele.

Volti e ritratti di famiglia con ago e filo
I ritratti rappresentano anche uno dei filoni artistici di Giulia, ovvero Artiginia. Questo pseudonimo è un omaggio alla nonna Virginia, chiamata da tutti Ginia nella sua Pavia dove gestiva una rinomata sartoria. Luogo del cuore per l’infanzia di Giulia, oggi romana d’adozione ma cresciuta nel laboratorio di Pavia con la nonna e piccoli lavori di cucito, punto croce, mezzo punto.

Poi, come spesso accade, la vita ti porta altrove. Giulia accantona il ricamo, studia Fotografia allo Ied di Milano e qui matura l’interesse verso la persona, l’uomo, la ritrattistica.

Qualche anno fa, per gioco, si riavvicina ad ago e filo e comincia a realizzare dei ritratti col ricamo, prendendo spunto da immagini trovate su internet. Poi l’evoluzione, passando a proporre dei veri e propri ritratti ricamati e anche dei quadri di famiglia, incorniciati nei telai come opere d’arte da appendere.
Ricamo simbolico dagli echi gotici e punk
Infine vi presento Gloria, 29 anni, di Como, anche lei con un suo nome d’arte: Acupingere. Dopo il liceo artistico, accantona per un periodo la sua vena creativa e in un momento di stop sul lavoro inizia a ricamare.

In casa sua, ago, matassine, telai non erano mai mancati, anzi, perché la madre è una appassionata del punto croce. Gloria però se n’era stata sempre lontana da questo mondo, fino a quando ha smesso di cercare all’esterno un media artistico per esprimersi, per buttarsi, grazie a dei tutorial online, dove ha scoperto che il ricamo non si esauriva nel punto croce.

Il primo esperimento era uno schema copiato, il secondo era già un suo disegno. E da quell’esordio, 4 anni fa, Gloria non si è più fermata, in una continua ricerca ed evoluzione.

I primi lavori incentrati sul mondo del tatuaggio, del sacro, profano, della magia, con un’estetica dai colori forti e vibranti e delle grafiche che rappresentano giochi di parole, come nella sua serie chiamata le “Idiomatiche“. Una trasposizione, anche ironica, di frasi come “mi piange il cuore”, “mani fredde, cuore caldo”.

Per un periodo, poi, Acupingere si è dedicata al ricamo di dettagli di opere d’arte famose, come esercizio di stile, per capire come funzionano il colore e la tecnica. Senza mai frequentare una scuola, l’apprendistato da autodidatta di Gloria continua con i tutorial sul web, piccoli corsi.

Ultimamente la sua ricerca si basa sul recupero, da grande frequentatrice di mercatini dell’usato qual è: centrini e pezzi di corredo, federe dei cuscini, oggetti che non si usano più, con un’estetica “della nonna” a cui non siamo forse più abituati nelle nostre case moderne. A Gloria dispiaceva vederli non utilizzati e col suo ricamo oggi vuole provare a dar loro una seconda chance.

Eliminando il colore, utilizzando solo bianco e nero e scale di grigi, in uno stile che sa di gotico, che richiama il punk, il mondo del tatuaggio, i suoi ultimi lavori propongono animali notturni, come falene, gufi, e ancora soggetti della simbologia e magia.

Incorniciati in telai o cornici, spesso vintage, i suoi lavori sono dei meravigliosi quadri che danno carattere anche all’angolo di casa più spento.
Sarò riuscita a trasmettervi, anche solo in parte, l’entusiasmo per il ricamo moderno con cui queste neo artigiane di un’arte antichissima mi hanno contagiata? Fatemelo sapere nei commenti. Io vi dico solo che corro a recuperare telaio, matassine e tessuti vintage da mercatini & dintorni per mettermi alla prova a mia volta con ago e filo!
Nessun Commento