La miniserie di successo di questa stagione di Netflix “La regina degli Scacchi“ (titolo originale decisamente più… originale: “The Queen’s Gambit“, che rende omaggio a una delle aperture nel gioco degli scacchi) offre tanti spunti di interior design e home décor per gli appassionati del vintage agli anni ’50 e ’60.
La Regina degli scacchi: una serie di… carte da parati!
Cosa mi è venuto voglia di fare dopo aver visto (quasi di filato, con i bimbi piccoli certe maratone non me le posso per ora permettere!) tutte le 7 puntate della Regina degli Scacchi? Purtroppo non di giocare a scacchi o, nel mio caso, di imparare a farlo, bensì di… attaccare carta da parati!
Qui un mio omaggio di interior styling alla serie
Nella serie ce n’è per tutti i gusti: floreale, dalle texture geometriche, dai colori accesi e dai forti contrasti, dalle tonalità pastello e bon ton. Facile farsi contagiare dall’entusiasmo di valorizzare anche solo una parete della propria abitazione con della carta da parati. Un’idea abbastanza precisa per casa mia mi balena già in mente e, se la realizzerò, sarete ovviamente i primi a cui racconterò l’impresa ;).
Carta da parati nella camera di Beth e nel corridoio (© Netflix)
Tuffo nell’estetica Fifties e Sixties
I set de “La regina degli Scacchi” sono un monumento all’estetica dei decenni del boom e del progresso economico seguiti alla Seconda guerra mondiale. Le scenografie invitano ad arraffare a piene mani dai bauli dei corredi di mamme, zie e nonne e dagli scaffali dei mercatini di modernariato per rievocarne lo stile.
Il tavolino basso, la comoda poltrona bergère e la libreria nel soggiorno di casa (© Netflix)
Anche se, ormai da qualche tempo, i grandi e piccoli marchi produttori di arredamento contemporaneo si ispirano a questo periodo d’oro del design (soprattutto made in Italy!) sia nelle forme che nei materiali. In particolare nel riportare in auge i legni scuri pregiati, i marmi, gli ottoni.
Vintage mania nella casa dei genitori adottivi di Beth
Dopo i primi anni di vita in un orfanotrofio, Beth, la protagonista futura “regina” degli scacchi, entra nella casa dei genitori adottivi che da allora in poi sarà anche la sua. Siamo nella seconda puntata della serie. È qui che inizia un’esperienza immersiva per lo spettatore sensibile all’home dècor più “spinto”, grazie agli innumerevoli spunti di interior design offerti da questa tipica villetta residenziale di periferia della benestante borghesia americana di fine anni ’50.
L’esterno della casa di Beth (© Netflix)
Una casa ricca di spunti di interior design anni ’50
Gli interni rappresentano un tuffo in un passato che ostenta il benessere raggiunto dalla classe media nel Secondo dopoguerra.
L’angolo pianoforte del soggiorno affacciato alla vetrata (© Netflix)
Dall’uso sfrenato delle carte da parati e della moquette in ogni dove, a quello dei velluti, dei drappeggi, dei letti a baldacchino. Per non parlare dello sfoggio degli elettrodomestici all’ultimo grido: i frigoriferi bombati, l’aspirapolvere, il nuovo focolare di casa ovvero il televisore. Infine, fanno bella mostra di sé anche alcuni esemplari delle prime scenografiche piante esotiche da appartamento.
Home tour nella casa de La regina degli scacchi
L’ingresso e l’ampio soggiorno sono le prime stanze ad accogliere Beth al suo arrivo. Abituata ai cupi interni dell’orfanotrofio, viene qui travolta da una tavolozza di accoglienti colori pastello e da un intenso verde pavone, intonato al suo cardigan, che ricopre anche pareti, tendaggi e tappezzerie.
L’ingresso e la tappezzeria verde pavone della nuova casa di Beth (© Netflix)
Nel soggiorno spiccano i mattoni rossi del caminetto su cui si staglia un classico specchio dorato a raggiera. Il focolare già si divide la scena con il nuovo protagonista di casa: il televisore.
Uno scorcio del salotto della casa di Beth con il camino e lo specchio a raggiera (© Netflix)
Comode poltrone bergère in velluto fanno pendant con la tappezzeria del divano, la carta da parati e le tende.
Un’inquadratura che riassume ingresso, soggiorno e cucina della casa di Beth (© Netflix)
Dall’ingresso sale una lunga scala che porta agli ambienti superiori nel reparto notte, dove la palette dei rivestimenti si fa più tenue, nelle tonalità del verde e giallo.
La camera da letto dei genitori adottivi, il signor e la signora Wheatley, mitiga il “total flower” delle fantasie in rosa alternando tocchi di pervinca nella testiera e nelle lenzuola e altri punti di blu e verde su pareti, tende, copriletto e paralumi delle abat-jour.
La camera da letto “total flower” dei genitori di Beth (© Netflix)
Cameretta da principessa per la “regina” degli scacchi
Una delle stanze più emblematiche è la camera da letto di Beth. La cameretta di una principessa. Un tripudio di rosa. La carta da parati dal pattern scozzese in un’originale versione pink. L’enorme letto incorniciato da un pomposo baldacchino con abbinato copripiumino floreale pastello.
La carta da parati, il letto a baldacchino, la scrivania nella cameretta di Beth (© Netflix)
Tra i complementi spiccano il lampadario con motivi di rose, ovviamente rosa, e foglie di un verde brillante, nonché una sedia Luigi XVI nell’angolo. La stanza da letto della protagonista della serie di Netflix rappresenta la summa di quello che è stato ribattezzato come lo stile Grandmillenial.
Il pomposo letto a baldacchino nella cameretta di Beth (© Netflix)
Stile Grandmillenial: cos’è e cosa significa
La casa dei genitori adottivi e poi anche di Beth rappresenta a pieno titolo lo stile Grandmillennial. Se non ne avete mai sentito parlare, intanto prendete nota che si tratta del trend di arredamento di questo autunno/inverno.
Da dove salta fuori? Fondete assieme le parole inglesi grandparent (nonni) e millenial (giovani tra i venti e i trent’anni) ed ecco a voi servito lo stile GrandMillenial. Il termine è frutto della penna creativa della giornalista americana Emma Bazilian di “House Beautiful”.
L’atmosfera accogliente e protettiva della stanza dei genitori adottivi di Beth (© Netflix)
Identifica un nuovo stile “granny chic” che si sarebbe diffuso tra i nati dopo il 1980 che, per rendere l’atmosfera delle proprie case moderne troppo asettiche e anonime più accoglienti e personali, inseriscono pezzi forti negli arredi, complementi e tessili dal sapore retrò.
Tavolino basso, divano e poltrona bergère nel soggiorno della casa di Beth (© Netflix)
Rispolverano quindi i mobili anche più austeri in legno con essenze e finiture scure, fanno uso con molta disinvoltura di carte da parati e tappezzerie con fantasie geometriche e floreali. Non disdegnano velluti, pizzi, frange, balze, volant e ricami. Servizi di porcellana finemente decorata, collezioni di scatole in latta, stampe botaniche.
Un’inquadratura che mostra più in dettaglio la tappezzeria del divano (© Netflix)
Una sorta di petite madeleine in formato decisamente meno tascabile, con cui cercare di ricreare quell’atmosfera confortevole, accogliente e rassicurante tipica dell’infanzia. Lo stile è un mix e match senza regole precise. Ai pezzi “nostalgici” si affiancano allora colori choc intensi, pezzi di design contemporaneo, materiali più freddi.
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Rientrando a pieno titolo, con i miei 37 anni (sic!) nella categoria, direi che un po’ di stile Granmillenial, pur inconsapevolmente, col senno di poi si ritrova anche in casa nostra: vetrinetta e cassettiera in radica della nonna, una coppia di divani in velluto proprio dello stesso verde pavone della casa di Beth e molti altri dettagli “nostalgici” sono disseminati anche qui. Nelle prossime puntate del blog avrò certamente modo di mostrarveli e raccontarvi come questi “pezzi” si possono integrare in un’abitazione moderna.
Beth “arredatrice” rinnova la zona giorno di casa con uno stile giovanile più Sixties
Dopo una serie di vicissitudini, che non sto qui a spoilerare per non rovinare lo spettacolo a chi ancora non avesse visto “La regina degli scacchi“, la protagonista diventa proprietaria dell’abitazione dei genitori adottivi e decide di ammodernare con uno stile più giovane, in linea con i trend degli anni ’60, la zona giorno.
Nuovi tavolini, poltrona, divano, lampade per il living rinnovato da Beth (© Netflix)
È la scena che prediligo. Siamo intorno al 40° minuto del sesto episodio della serie di Netflix e, sulle note di “Tut Tut Tut Tut” di Gillian Hills (1963), assistiamo a Beth nelle vesti di arredatrice.
Inizia con un bel lavoro di decluttering. La protagonista prende pieno possesso di casa sbarazzandosi di abiti, mobili, quadri, specchi e soprammobili superflui e non più attuali con i gusti dei mitici Sixties. Strappa letteralmente via tappezzerie e carte da parati già troppo da “nonna” per quegli anni e si lascia ammaliare dalle proposte dalle linee più essenziali e nordiche degli arredi in vendita in un negozio in cui fa man bassa di divano e poltrona nuovi, carta da parati dalle morbide geometrie nei caldi colori tipici degli anni ’60.
Uno scorcio degli interni della casa dopo il restyling voluto da Beth (© Netflix)
Poco dopo, sempre nel 6° episodio, Beth si lascia andare, discinta e alterata dall’alcol, a un ballo scatenato quanto scomposto sulle note dell’intramontabile Venus degli Shocking Blue.
È un momento difficile della sua vita e carriera, ma anche l’occasione per lo spettatore di assistere al risultato finale del restyling degli interni della zona giorno della casa di Beth, con le carte da parati, i quadri e le sedute completamente rinnovati.
Il nuovo divano scelto da Beth per ammodernare il living di casa (© Netflix)
Ricapitolando, se volete guardare per la prima volta, o riguardare, la serie con uno sguardo più attento alle ambientazioni e alle ispirazioni dell’interior design targato anni ’50 e ’60 di cui le scenografie traboccano, il consiglio è di soffermarvi sul 2° e sul 6° episodio della serie di Netflix. Dove il fulcro, la casa di Beth, è maggiormente protagonista della scena.
Non allarmatevi se, anche voi, sarete sopraffatti da un irrefrenabile impulso a procacciarvi subito una carta da parati che dia carattere a quella parete ancora intonsa di casa vostra. Siete in buona compagnia!
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