Amarcord felliniano o madeleine proustiana che sia, l’effetto Postalmarket ha colpito anche me. Lo scorso autunno, lo storico catalogo di vendita per corrispondenza è tornato nelle case degli italiani grazie a un’operazione di rilancio che ha visto la conduttrice tv Diletta Leotta testimonial in copertina.

Io mi sono accaparrata il secondo numero, quello per la stagione primavera/estate e che si presenta in una già rinnovata versione rispetto al primo: meno catalogo e più magazine. In copertina un volto divenuto famoso grazie al web: Clio Zammatteo, in arte ClioMakeUp, beauty guru che ha sfondato con YouTube e ora con 10 milioni di follower complessivi in rete.
Clio in copertina su Postalmarket
“Ero piccolina, mia madre portava sempre a casa il catalogo – racconta Clio nella cover story – abitavo in provincia di Belluno, in una dimensione molto lontana da metropoli e passerelle. Venendo da un piccolo paesino era il top: non andavamo mai in città e compravamo le cose su Postalmarket. Una specie di libro delle meraviglie che sfogliavo avidamente…”.

Anch’io ho il mio piccolo ricordo personale da condividere (vi invito a lasciarmi il vostro nei commenti!). Avevo meno di 8 anni e abitavo vicino a una mia prozia. Appena le arrivava il catalogo di Postalmarket veniva da noi per compilare l’ordine con mamma. Quando imparai a scrivere, mi offrivo sempre io. Riempire quelle caselline minuscole era uno spasso. Soprattutto, adoravo le pagine dei giocattoli. Le ritagliavo, ci facevo collage, credo anche come spunti per le mie letterine a Babbo Natale.
“Con Postalmarket sai, uso la testa”
Ma riavvolgiamo il nastro, torniamo alle origini. Il modello della vendita per catalogo viene importato dagli Stati Uniti in Italia da Anna Bonomi Bolchini. Nel 1959 l’imprenditrice milanese fonda Postalmarket (inizialmente Postal Market, staccato) in un luogo logisticamente strategico: a San Bovio, frazione di Peschiera Borromeo, vicino all’aeroporto di Linate.
L’azienda cresce negli anni Sessanta e Settanta. La clientela, prettamente femminile, abita soprattutto in provincia, all’epoca meno servita da un punto di vista commerciale. La consegna a domicilio con pagamento in contrassegno e la formula soddisfatti e rimborsati sono i punti di forza del modello di business di Postalmarket.
Negli anni ’80 – quelli che ricordo anch’io – fatturato e dipendenti crescono e il jingle promozionale “Con Postal Market sai / uso la testa / e ogni pacco che mi arriva è una festa” diventa un tormentone che tutt’oggi, a risentirlo, non si smette di canticchiare.
Star in copertina per Postalmarket
Numerose le icone di stile e di moda che negli anni hanno occupato la copertina del catalogo in qualità di testimonal: Ornella Muti, Romina Power, Carla Bruni, Cindy Crawford, Claudia Schiffer, Linda Evangelista e molte altre.

Diverse importanti collaborazioni anche con marchi e stilisti (ad esempio Krizia, Biagiotti, Fendi, Coveri, Cerruti, Ferré) a firmare le collezioni più esclusive per il catalogo spin-off “Grandi Firme” di Postalmarket.

Negli anni Novanta l’inizio del declino, con la concorrenza in particolare delle aperture anche nelle province italiane di ipermercati e centri commerciali. La società Postalmarket passa per vari cambi proprietari e nonostante i tentativi di rilancio agli inizi del nuovo millennio, nel 2007 la chiusura definitiva e poi l’oblio.
Nuovo Postalmarket
Nel 2018 l’imprenditore pubblicitario friulano Stefano Bortolussi acquisisce il marchio Postalmarket per rilanciarlo sia in formato cartaceo, che come e-commerce.

Il modello di business, visti i tempi moderni, ora è ovviamente cambiato. Ce lo spiega Eliana Turbian, responsabile Acquisti di Postalmarket: “La prima uscita con Diletta Leotta è stata all’insegna della continuità. Sia con la scelta di una cover girl bella e biondissima, come la Schiffer in una storica copertina, che nell’impostazione a catalogo, con codici di vendita, prezzi e foto ancora predominanti rispetto ai contenuti editoriali”.

Formato rivista per il rilancio di Postmarket
Con il nuovo numero dedicato in copertina a ClioMakeUp il catalogo si è trasformato in rivista. Articoli con firme autorevoli (su tutte la giornalista e art director Gisella Borioli a cui è affidata un’imperdibile testimonianza dei tempi d’oro della moda italiana e di Postalmarket), interviste a celebrità, curiosità, ispirazioni e consigli sullo shopping. Nonché servizi fotografici ben confezionati.
Cosa leggere sul magazine di Postalmarket
I servizi giornalistici parlano di moda inclusiva, di stile gender fluid, beauty e fashion sostenibile, di body positivity e sessualità senza tabù (in vendita su Postalmarket ci sono pure i sex toys!). E ancora, consigli per look da sfoggiare, oltre che in vacanza, a concerti e festival, con interviste sul tema ai cantanti Chiara Galiazzo e Mario Biondi.

Non mancano focus sulla “denim mania“, sugli Nft applicati anche alla moda e in particolare alle sneakers. Uno speciale sulle tendenze nel mondo del Wedding. Un’intervista in tema animali a Michela Vittoria Brambilla. In collaborazione con Exibart, Postalmarket poi approfondisce le nuove frontiere dell’arte contemporanea e propone la vendita di stampe e oggetti d’arte d’autore. C’è pure un home tour a casa dell’attore Riccardo Rossi.

Cosa comprare oggi su Postalmarket
Sulla rivista si trova una selezione dei prodotti in vendita, rigorosamente Made in Italy, senza l’indicazione del prezzo (presente poi nello shop online). Sei le categorie merceologiche: moda, intimo, beauty, food&beverage (novità assoluta per Postalmarket), tempo libero, arte, esperienze turistiche e… casa!

“Il secondo numero uscito in edicola rappresenta già il progetto che vogliamo oggi per Postalmarket – continua Eliana – una vetrina, cartacea e digitale, in cui trovare il racconto delle aziende, solo italiane, delle collezioni. Non un marketplace come tanti in termini di sole offerte o stock o selezione infinita di prodotti. Si propone come il negozio italiano, degli italiani“.
In questa rinascita di Postalmarket vengono sfruttate anche le tecnologie più avanzate. La piattaforma di e-commerce in cloud che gestisce le vendite on line è quella di Storeden. Di supporto c’è anche una app di realtà aumentata che mostra dei video sui prodotti, inquadrando il QR code sul catalogo, tecnologia sviluppata dalla start up No Gravity.

“Gli acquisti si possono effettuare esclusivamente online – sottolinea sempre Eliana – dal sito, dall’applicazione e dagli shop social Postalmarket. Inoltre il customer service è disponibile a fornire il supporto necessario anche a chi non ha molta familiarità con i device”.
Catalogo Postalmarket: quanto costa, dove si trova gratis
Il magazine cartaceo è disponibile in 5mila edicole italiane selezionate, dove si può prenotarne una copia. Il prezzo è di € 9,90.
Viene spedito gratuitamente a coloro che hanno fatto acquisti sulla piattaforma e-commerce.
Pensate che il primo nuovo numero con Diletta Leotta si trova già in vendita su E-bay come pezzo da collezione.
Vecchio Postalmarket: “Io c’ero”
Concludiamo questa storia imprenditoriale, editoriale e commerciale, che dal passato ci trasporta al futuro, con un nuovo flashback. D’altronde la forza del marchio Postalmarket è proprio quella di smuovere dentro, in chi “c’era”, ricordi, emozioni.
Questa la testimonianza personale di Giulia Magarelli, classe 1969, originaria di Bari, città in cui è vissuta lavorando proprio in Postalmarket come centralinista, dal 1988 durante gli anni dell’università, passando per la laurea in Lingue, il matrimonio, la nascita di sua figlia, fino al 1998, quando in azienda iniziò il tracollo e i centri telefonici chiusero.

“Dopo pochi mesi di cassa integrazione ed un colloquio di lavoro mi trasferii a Frosinone, dove vivo tutt’ora – racconta Giulia -. Da quel momento ho sempre lavorato in ambito commerciale estero e dal 2001 presso una multinazionale tessile francese, nel customer service per l’area francese, inglese e tedesca. Ed è proprio questo il fil rouge: il contatto con i clienti. Non manca occasione in cui non citi e ribadisca il valore della mia esperienza decennale in Postalmarket”.
Un lavoro in Postalmarket
Giulia ricorda ancora con dovizia di particolari ed entusiasmo la selezione che la portò a lavorare per l’azienda di vendita per corrispondenza.
“Risposi ad un annuncio di lavoro della Orga di Milano. Cercavano diplomati con spiccate doti comunicative senza precisare per quale azienda. Eravamo tantissimi, test psicoattitudinale scritto e finalmente scopriamo che si trattava della Postalmarket. Sostengo una seconda prova scritta, la supero, passo alla terza: il colloquio. Ero emozionata. Mi fanno altre domande e poi mi mostrano il catalogo, per me la Bibbia della moda a quei tempi. Aprono a caso e mi chiedono di descrivere l’articolo. La mia grande passione è sempre stata la moda, grazie a una zia sarta sono cresciuta con le stoffe tra le mani. Ricordo ancora: era una camicia bianca e la descrissi così dettagliatamente anche nel tessuto che rimasero sbalorditi”.
Seguì un volo aereo per Milano insieme ad una decina di altre ragazze per firmare il contratto e fare 15 giorni di corso a Peschiera Borromeo.
“A 19 anni, ero la più piccola dipendente Postalmarket in Italia. In quei giorni facemmo anche un corso di Psicologia della comunicazione a Palazzo delle Stelline, interessantissimo. L’assunzione era finalizzata a creare i centri telefonici in tutta Italia, quindi l’aspetto del marketing era fondamentale. Dopo la formazione tornammo a Bari e l’ufficio era pronto ad accoglierci. Era un lavoro part-time: il mio turno era 8/12 e questo mi permetteva di frequentare l’università, anche se nel periodo dei saldi lavoravamo anche 8 ore. Con il mio primo stipendio acquistai una bici bianca con cui andavo al lavoro (e che ho tutt’ora in garage) ed uno stereo compatto”.

Dipendente e cliente di Postalmarket
Da dipendente a cliente, era poi un attimo.
“Noi telefoniste prendevamo gli ordini (che prima erano solo sui cedolini), controllavamo le spedizioni, fornivamo informazioni a Puglia, Basilicata e Calabria. Una palestra di vita incredibile. I dialetti, le storie personali, sapevo prefissi, cap a memoria e c’erano clienti che poi imparavi a conoscere. Noi dipendenti eravamo anche clienti, facevamo gli ordini interni e quando arrivavano i pacchi era una festa come diceva il jingle pubblicitario”.

Giulia riflette anche sul nuovo Postalmarket, col suo occhio clinico da addetta ai lavori.
“Tutto un pezzo della mia vita è legato a Postalmarket, che mi ha forgiata e a cui devo la qualità delle mie relazioni professionali. Il cliente è il cuore e le aziende devono comprendere ed accettare che le relazioni, il contatto umano è insostituibile. La pandemia insegna, non c’è tool virtuale o smart working che tenga. Mi piace il nuovo catalogo in formato molto più rivista di moda e credo che sul web avrà riscontro positivo visto l’aumento delle vendite online (io parteggio poi sempre per il reale)”.
Adesso tocca a voi! Lasciatemi nei commenti il vostro personale ricordo che vi lega allo storico catalogo Postalmarket
4 Commenti
Katia
14/02/2023 at 18:07Anche io ho il mio ricordo….era circa il 1982/83 stavo con l allora fidanzato(poi mio marito attuale) e mentre sfogliavamo il catalogo lui vide una modella che gli piacque molto, non tanto per la nudità(era vestita) ma per l’aspetto. Mi fece molto ingelosire e a distanza di 40 anni la ricordo ancora. P.s. oggi è il 40esimo anniversario del giorno in cui ci siamo conosciuti.
Gloria Cesarotto
02/03/2023 at 13:09Ma che bel ricordo in tema che ci hai condiviso. Grazie Katia e congratulazioni!
Monica
16/09/2022 at 08:13Ho sempre visto in casa il catalogo mia madre faceva acquisti anche per la casa ho un paio di lenzuola ancora in buono stato mi ricordo che io e le mie amiche passavamo ore a sfogliarlo.
Gloria Cesarotto
06/10/2022 at 08:55Già, ancora oggi la forza del marchio Postalmarket è quello di suscitare quell’effetto Amarcord che riporta alla memoria spensierati momenti casalinghi della propria infanzia e giovinezza che si ricordano con simpatia.