Le piante sospese in vaso sono una tendenza sempre più diffusa nella decorazione di una casa. Anziché stiparla di mobili e complementi, arricchiscila della salutare compagnia di altre forme viventi!

Questi verdi pendenti sono un modo affascinante di portare la natura all’interno delle nostre case creando un’atmosfera accogliente e rilassante. Se desideri abbellire il tuo appartamento e godere dei numerosi vantaggi delle piante per la salute e il benessere: continua a leggere!
Perché appendere le piante in casa
Appendere le piante al soffitto o a sostegni del tuo soffitto può offrire molti benefici, sia dal punto di vista estetico che della salute. Ecco i motivi per cui io le adoro:
- Aumentano lo spazio in casa in cui ci si può sbizzarrire a decorare con nuove amiche verdi i nostri interni. Se hai pochi metri quadrati, le piante sospese in vaso sono un’opzione eccellente poiché non occupano spazio sul pavimento o su mensole, librerie e mobili.
- Consentono di azzardare con esemplari ricadenti che faticheremmo a posizionare a terra o su mensola, per poterli godere dall’alto a 360°. Come la riphsalis, la felce corna d’alce…

- Moltiplicano le possibilità di ginnastica indoor 😜 (assieme sicuramente a quelle di incidenti domestici)… Varcati gli “anta”, continuo a saltellare su tavoli, piano della cucina, sedie e scale per annaffiarle!
- Decorazione versatile: possono essere collocate praticamente ovunque in casa, da soffitti alti a spazi più ristretti. Questa versatilità le rende un elemento decorativo perfetto per qualsiasi ambiente. Nonché, facilmente reversibile: ti stanchi, il tuo pollice non è esattamente verdissimo e la pianta non sopravvive? Amen, togli tutto o sostituisci con un nuovo esemplare, magari di un’altra specie.
- Migliora la qualità dell’aria. Le piante, in generale, sono notoriamente conosciute per purificare l’aria, e le piante sospese non fanno eccezione. Contribuiscono a rimuovere tossine dall’aria e a restituire ossigeno fresco.
- Stimola il benessere: la presenza di un po’ di natura in casa può aiutarti a ridurre lo stress e a migliorare la concentrazione. Ecco perché, se lavori da casa, dovresti farci un pensierino anche per il tuo home office.
Piante sospese da interno: quali scegliere
Ci sono molte varietà tra cui scegliere per le piante da tenere sospese in vaso dentro casa. Conviene optare per delle specie il cui portamento è messo in risalto dalla collocazione sospesa unitamente alla semplicità di manutenzione (es. scarse annaffiature). Ecco un elenco di quelle che ho scelto io, che sono anche tra le più popolari:
- Pothos: con le sue foglie a forma di cuore, il pothos è una pianta sospesa molto resistente e facile da curare. Ideale per un pollice verde alle prime armi.

- Felce: solitamente amante dell’ombra e dell’umidità, si adatta bene ad ambienti come bagni e cucine in punti scarsamente illuminati. Nel mio caso, ho scelto una versione che necessita di poca acqua: il Platycerium bifurcatum. Nota anche come Felce a corna d’alce, si accontenta di poche annaffiature.

- Tradescantia: popolarmente nota come “pianta della miseria” (la nostra è la varietà zebrina), assieme al Pothos è una tra le piante più facili da coltivare. Necessita davvero di pochissime attenzioni.

- Rhipsalis: questa pianta succulenta dà il meglio di sé appesa, in quanto la sua vivace capigliatura (io ho scelto la Rhipsalis baccifera) è libera di spaziare in tutte le direzioni. Cresce bene anche in condizioni di scarsa luce e, sempre un valore aggiunto quando si deve annaffiare in altezza, “beve responsabilmente” 😁! Ha però un difetto: i suoi fusti sottili sono molto delicati e, quando la sposto per annaffiarla, faccio sempre un po’ di strage perché se ne staccano dei pezzetti 😬…

- Ceropegia Woodii: chiamata più comunemente “collana di cuori” per via della forma delle sue foglioline che inanellano lunghi steli. Richiede annaffiature molto limitate e molta luce (sempre meglio evitare quella diretta che potrebbe provocarle bruciature). Nella nostra cucina esposta a sud la ceropegia prospera, a tal punto che quest’estate è anche fiorita. Non era andata altrettanto bene la sua collocazione nel nostro bagno padronale a nord, dove avevo tentato di tenerla assieme al Senecio Rowleyanus (la cosiddetta “pianta del rosario“): stecchite entrambe! Il Senecio, ricollocato qui in cucina, sarebbe un’altra green girl che prospererebbe e che vi consiglio.

- Orchidea Phalaenopsis: è la più commercializzata e semplice da curare, a patto di evitare la luce solare diretta e soprattutto di annaffiarla correttamente. Lasciandola a bagno per mezz’oretta e poi che l’acqua dreni via prima di riporla nel cachepot. Io sto usando una boule in vetro di riciclo. Un tempo aveva tre bracci di vetro interni su cui si potevano appoggiare tre lumini. Rotti i bracci, la boule è tornata utile come vaso con tanto di fori per la circolazione dell’aria già incorporati!

- Maranta Leuconeura: conosciuta anche con il nome di pianta della preghiera in quanto alla sera le foglie si chiudono tra loro assomigliando a mani giunte. Sinceramente non è adattissima ad essere collocata in altezza in quanto necessita di abbondanti annaffiature e di un terreno mantenuto umido. Qui ho peccato più di estetica che di praticità, volendo inserire una pianta che spiccasse tra le altre, movimentando l’ensemble grazie alla particolare colorazione delle foglie che presentano delle venature in rilievo di color rosso.

- Hoya carnosa: comunemente chiamata “Fiori di cera” per l’aspetto ceroso delle sue infiorescenze. È un rampicante semplice da coltivare in casa a patto di destinarle un posto molto luminoso. Nel mio caso tutto procede per il meglio, se non fosse che da oltre un anno cerco di debellare la cocciniglia che l’ha appestata e che ad ogni mio intervento mirato, puntualmente rispunta fuori. Per fortuna finora non ha intaccato altre piante che ho in casa. Certo però è che, di questi magnifici “fiori di cera”, da noi, ancora manco l’ombra!

Come appendere le piante
Le piante sospese in vaso possono essere appese in vari modi creativi. Ecco un paio di idee che ho messo in pratica, direttamente da casa mia:
- Vasi con ganci incorporati: qualche anno fa ho trovato su Westwing un set di tre vasi in metallo dorato già dotati di catene e gancio con cui mi sto trovando benissimo. Peccato che da un po’ non riassortiscono il prodotto. Li avrei ricomprati anch’io perché, a differenza della soluzione che ti illustro sotto, con un vaso hai tutto quello che ti serve!

- Corde intrecciate con il macramè: quest’anno ho acquistato su Amazon un set di 5 portavasi in corda intrecciata con la tecnica del macramè, ciascuno di un colore diverso. All’interno ho collocato piante con cachepot che già avevo in casa. Una corda intrecciata, tinta naturale-crema, l’avevo invece già acquistata da Ikea. Per appenderli, alcuni ho potuto inserirli tramite l’occhiello di cui sono già dotati nei tubi che avevo già predisposto in casa ad esempio per inserirci delle tende (che per ora non ho poi voluto mettere). Altri li ho appesi con dei ganci metallici acquistati in un negozio di fai-da-te.

Come curare le piante sospese in vaso
Prendersi cura di una pianta appesa al soffitto comporta la complicazione di raggiungerla ogni qual volta deve essere annaffiata. Quindi, ecco alcuni consigli utili basati sulla mia esperienza personale.
- Valuta bene prima se il luogo in cui la appendi ti risulta accessibile in modo agevole assieme alla scelta di una pianta che necessiti di poca acqua (ad eccezione dell’orchidea e della Maranta, le altre piante che ti ho elencato nel capitolo ad hoc sono perfette).
- Occhio anche all’esposizione alla luce: alcune possono tollerare condizioni di scarsa luce, generalmente però una pianta da interno ama la luce, ma quasi mai diretta. Nel caso in cui si trovi vicino a finestre baciate dal sole, soprattutto nella bella stagione, sarà bene proteggerla con delle tende. Questo è quello che faccio io per le mie piante agganciate vicino alle finestre della cucina, esposta a sud: quando il sole “batte”, ombreggio con le tende.

- Io lascio tutte le piante all’interno di vasi di plastica con fori di drenaggio, che poi inserisco nei cachepot da appendere. Nel caso dei vasi in metallo dorato, all’interno li ho rivestiti con dei fogli di plastica lucida che preservano l’interno del vaso, altrimenti soggetto ad arrugginire. L’unica eccezione è rappresentata dall’orchidea, che, come ti ho spiegato sopra, ho inserito direttamente in una boule di vetro di riciclo, con dei fori laterali di aerazione.
- Verifico sempre prima tastando con le dita il terriccio in profondità per capire se è il momento di annaffiare una pianta. Preferisco staccare sempre le piante dai supporti per bagnarle nel lavello in cucina.

- Tolgo quindi i vasi di plastica dai cachepot, annaffio le piante con acqua a temperatura ambiente lasciata decantare nei giorni precedenti in bottiglie di riciclo e lascio per una mezz’oretta che l’acqua in eccesso fuoriesca dai fori di drenaggio. Infine, ripongo nuovamente la pianta nel suo cachepot e la riappendo. Come già detto, salgo sulle sedie e sul bancone della cucina. Per fortuna non devo servirmi della scala, ma è fisicamente impegnativo e capisco non sia una “ginnastica” adatta a tutti.
- Se mi assento da casa per un periodo di tempo che necessiti l’intervento di qualche aiutante che accorra ad annaffiare le piante al mio posto, provvedo a sganciarle per farle trovare già vicino al lavandino, per facilitare chi mi sostituisce nel lavoro.

- Al bisogno, ovvero quando mi accorgo che una leggera patina si è depositata, pulisco le foglie con un panno umido per rimuovere la polvere e permettere alle piante di respirare meglio.
- Non sono una grande dispensatrice di fertilizzante, ma da un paio d’anni ho risolto questa mia pigrizia con il fertilizzante granulare a lento rilascio che spargo sul terriccio del vaso della pianta in primavera e che poi eventualmente rabbocco in estate. Per l’orchidea, invece, solo fertilizzante liquido e, consiglio, esponetela a qualche sbalzo termico, quando non fa troppo freddo, perché aiuta a farla rifiorire.

- Il momento dell’annaffiatura è utile anche per tenere costantemente monitorata la pianta. Elimino all’occorrenza le eventuale foglie morte e, se le radici della pianta iniziano a spuntare dai fori di drenaggio del vasetto in plastica, allora è probabilmente tempo di rinvasarla in un contenitore più ampio di un paio di centimetri di diametro. Contestualmente, valuto se è ancora adatta alla dimensione del cachepot dentro a cui l’ho inserita fino a quel momento o se devo cambiare anche quello.
Hai anche tu delle piante sospese in casa? Se sì, quali specie hai prediletto e con quali sistemi le hai appese? Fammelo sapere nei commenti!
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