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Ceramica fai da te: dal corso come hobby al “piano b” lavorativo

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Trasformare l’hobby della ceramica in un “piano B” lavorativo dopo un corso in cui apprendere le tecniche base del fai da te che ti fa mettere le “mani in pasta” con creatività. Questa, in sintesi, l’avventura di Mapots: un marchio nato dal sodalizio di Angela e Monica. Due 30enni professioniste, già colleghe nel mondo pubblicitario, oggi alla ricerca di una nuova identità professionale nell’artigianato artistico della ceramica.

NUOVA RUBRICA. Con questo post inauguro una nuova sezione del blog di Casa Con Svista. Una rubrica dedicata a progetti e iniziative creative, sempre nell’ambito dell’interior&green décor, che desidero condividere con voi. Lasciatemi nei commenti un vostro parere su questa novità. Chiedo anche il vostro contributo nel segnalarmi realtà che potrei proporre nei prossimi articoli. Scrivetemi a info@casaconsvista.com

Corso di ceramica per imparare la tecnica da zero

Angela (37 anni), di Padova ma di origini anche salentine, dopo la laurea e un master è diventata copywriter, lavorando in diverse agenzie pubblicitarie, prima a Milano e poi a Roma. Nella capitale diventa collega di Monica (36 anni), di Latina, romana di adozione dai tempi dell’università. Anche per lei il lavoro come account dopo gli studi in Psicologia della comunicazione e del marketing. Da 5 anni è anche mamma di Pietro e da uno di Matilde.

Partire da un disegno su un foglio e poi vederlo concretizzarsi su uno scaffale è qualcosa di magico

Mapots

Insieme si iscrivono ad un corso di ceramica a Roma dove imparare la tecnica da zero. “Sentivamo l’esigenza di fare qualcosa di veramente personale – raccontano – senza assecondare i gusti di un capo o le richieste di un cliente, e che fosse concreta, che si potesse toccare con mano. Il poter dire ‘questo l’ho fatto io’, che sia venuto bene o meno bene, è molto gratificante”.

Un laboratorio per sperimentare la lavorazione della ceramica

L’entusiasmo cresce, Angela e Monica decidono di prendere in affitto uno spazio in condivisione con altri creativi (coi prezzi folli che girano a Roma!) per farlo diventare il loro laboratorio dove provare, sbagliare, sperimentare. Senza limiti di tempi e orari.

“Abbiamo iniziato a fantasticare su un piano B, una exit strategy – spiegano – La passione è tanta ed è innegabile che vorremmo farla diventare un lavoro vero e proprio un domani. Ci definiamo ancora hobbiste, visto che non siamo strutturate a sufficienza per sostenere una grande produzione con ritmi serrati. Oggi siamo in grado di produrre diversi pezzi ogni settimana, realizzando molti oggetti su commissione, ma non abbiamo ancora un vero e proprio magazzino che possa rispondere ad una richiesta continua da parte delle persone. Ci stiamo lavorando però”.

Come far diventare il proprio hobby creativo un lavoro

L’obiettivo a lungo termine di Mapots è dunque quello di trasformare l’hobby della ceramica in un lavoro. A partire da questo traguardo finale, Angela e Monica definiscono le loro tappe intermedie.

Ecco quindi alcuni spunti per farsi conoscere per le proprie realizzazioni creative, seguendo alcuni degli obiettivi a breve e medio termine di Mapots:

  • individuare il target a cui rivolgersi e come si vuole posizionarsi;
  • capire quali prodotti/linee sono più richiesti;
  • ottimizzare tempi e costi di produzione;
  • partecipare a mercatini e fiere dell’artigianato (pandemia permettendo!);
  • lavorare sulla realizzazione di un proprio sito web (attualmente Mapots è già presente su Instagram e per l’e-commerce si appoggia alla piattaforma online Etsy);
  • confrontarsi con realtà di artigianato locale per valutare la possibilità di esporre i propri lavori all’interno di hub di artigianato o in negozi affini alla propria identità.

L’esperienza nell’ambito pubblicitario è certamente un grande vantaggio per le due menti e, soprattutto, quattro mani creative che stanno dietro a Mapots. “C’è tutto il mondo intorno al nostro marchio che stiamo costruendo un po’ alla volta – aggiungono Angela e Monica – indispensabile per dar vita ad un business come il nostro: dalla pagina Instagram al sito, dal packaging per le spedizioni ai biglietti da visita e così via. Per ora, tutto quello che entra tramite la vendita lo stiamo reinvestendo interamente in Mapots con l’obiettivo di strutturarci sempre di più”.

CREARE E PROMUOVERSI. “Al momento stiamo ancora definendo il più possibile il nostro stile, quindi siamo più concentrate sulla creazione e meno sulla promozione – precisano – Sicuramente, più in là potenzieremo anche quest’ultimo aspetto sia sui social che sul nostro sito, almeno fino a raggiungere un giusto equilibrio (fifty-fifty) di tempo e impegno da dedicare a questi due aspetti fondamentali”.

Essere costanti per trasformare una passione in una professione

La costanza è poi un altro fattore determinante se si vuole raggiungere un obiettivo. Pur “campando” ancora grazie al loro lavoro nella pubblicità, Angela e Monica si dedicano quotidianamente al loro “piano B”. Che sia solo per colorare alcuni pezzi o rifinire degli altri o ancora scattare delle foto da mettere online, non c’è giorno che non si ricavino del tempo da dedicare alla ceramica.

L’hobby un lavoro? Non arrendersi alle prime difficoltà

Per chi volesse seguire, nel proprio ambito di interesse, l’esempio di Mapots, ho chiesto ad Angela e Monica qualche dritta. Ecco cosa consigliano: “Essere pazienti e non pensare di poter raggiungere risultati immediati, bisogna perseverare tenendo a mente l’obiettivo. Gli errori sono parte del percorso, impossibile evitarli. I corsi di ceramica non sono molto economici, però in generale per iniziare l’investimento non è eccessivo, l’importante è avere dello spazio sufficiente per poter lavorare, lo si può fare anche in casa, ed è importante avere un riferimento per le cotture dei pezzi prodotti”.

Le difficoltà sono innumerevoli – puntualizzano – La ceramica è una materia ricca di combinazioni: si possono utilizzare molte terre diverse, molti colori diversi, ognuno dei quali ha tecniche ben precise da seguire ma allo stesso tempo si possono combinare tra di loro. Ci sono tante tipologie di cotture e per raggiungere un determinato risultato puoi seguire procedimenti completamente diversi. Il punto è trovare il metodo che più piace per arrivare a creare qualcosa che convinca al 100%. Insomma, la strada è piena di errori e pezzi da buttare o rifare. Noi siamo ancora alle prime armi e abbiamo davvero tanto da imparare ancora, ma se ci guardiamo indietro un po’ di strada l’abbiamo fatta”.

“I primi acquirenti sono stati amici, colleghi, amici di amici. Il passa parola funziona sempre”.

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Mapots: l’essenzialità scandinava si colora di Mediterraneo

Dicevamo, trovare la propria cifra stilistica è fondamentale per distinguersi in un mercato dove sempre più creativi cercano di farsi largo per proporre i propri lavori. Angela e Monica sono partite con le idee molto chiare, anche se la continua sperimentazione le porta ad esplorare nuovi confini.

“Siamo partite con le stoviglie – riferiscono – piatti di varie forme e grandezze, ciotole, cucchiai e vasi. Con il tempo, e con le richieste che arrivano, ci stiamo buttando anche su altro. In più sperimentiamo continuamente. Lo stile da cui ci lasciamo ispirare e che più ci rappresenta è quello scandinavo: linee semplici, pulite, colori decisi, netti, poche sfumature. Uno stile che però proviamo a scaldare con un tocco di colore, rendendolo più mediterraneo. Nel tempo abbiamo sperimentato nuove terre, nuovi colori, nuove linee, una continua evoluzione. Nella ceramica è difficile darsi dei confini, ogni volta che pensi di aver trovato il giusto equilibrio produci qualcosa di nuovo, a cui ti affezioni, che senti tuo e che ti soddisfa più del precedente”. 

LA LINEA “SUSELLE”. “Stiamo definendo sempre di più un nostro stile. Un caso a parte è la linea “Suselle”, iniziata con un vaso che assomigliava al busto di una donna e disegnarle il seno è venuto d’istinto. Una linea in cui crediamo molto perché porta con sé tanti valori in cui crediamo: la bellezza delle donne, la loro diversità, l’importanza di piacersi anche se non si è perfette perché tanto la perfezione non esiste”.

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MAPOTS (riferimenti):

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